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#1...

Il mio lavoro di artista è diventato ormai simile a quello di un biologo o di un fisico e anche di un monaco che cercano le origini del cosmo.

Le ipotesi esplorate dalle scienze come anche dalle religioni non presentano nessuna differenza nei confronti delle ipotesi filosofiche e psicologiche dell’arte.

Anche culto e rito sono atteggiamenti pragmatici che rientrano in questo tipo di ipotesi: e così il mio lavoro erra alla ricerca di una solidarietà che permetta la visione unitaria di materia e spirito / di gravità e antigravità / di tempo e di atempo ed è sicuramente quest’ultima antinomia a prevalere addirittura sullo spazio poiché l’atempo fa accadere che il molto piccolo possa essere contemporaneamente il molto grande e, al contrario, il molto grande fa concentrare l’attenzione sul piccolo segno nascosto da una piega.

Le stazioni che dagli anni settanta a oggi ho percorso, in una successione non certamente ordinata, sono state gravate dal peso dell’ombra di questa ricerca e, senza abbandoni, mi sono lentissimamente spogliato.

Ora percorro con estenuazione i bordi di una circonferenza guardando il mistero che c’è dentro.


#2...

Accade che la scelta dei lavori che eseguo non è calcolata, dettata dalla volontà, ma sono gli eventi le situazioni gli oggetti che suscitando emozioni e ricordi mi inducano ad affrontarli 7  11  65  quindi non sono io che scelgo ma sono le cose che scelgono me mettendo in moto delle trasformazioni che agiscono e interagiscono con gli eventi, dei sincronismi che avvengono e fanno sì che il tempo e lo spazio in quel momento siano come nel sogno, al presente poi la riflessione intuitiva, la graduale consapevolezza, assieme alle abilità manuali dividono il tempo e lo spazio per costruire un lavoro  2  6  64.

Questo è ciò che mi accade, così pure questo lavoro Il mostro della Tasmania, “progetto aperto” per la realizzazione di una grande scultura, è l’unione di due eventi distanti e separati nel tempo: la scoperta di un essere marino misterioso ritrovato in Tasmania nel 1962 e la ricostruzione dell’aereo abbattuto ad Ustica, ricostruzione per indagare la verità: immagine inconscia e la volontà di scoprire la verità di un fatto. Allo stesso modo nel lavoro cerco di indagare e costruire attraverso le cose immagini una mia verità.

E’ per queste considerazioni che rispetto al lavoro, attraverso l’esperienza il mio atteggiamento era e resterà esistenziale ed intuitivo, un’esigenza al fare come via per la realizzazione di sé attraverso lo sviluppo della modalità intuitiva della coscienza.

Bruno Marcucci   settembre 1996

 

© 2009 Bruno Marcucci